| fino al 19 SETTEMBRE 2021 | SANTA SEVERA – Al Castello la mostra “Il volto dei libri. Libri da vedere”

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Bruno Munari scriveva che la prima educazione che un libro compie entrando in una casa è un’educazione visiva, in virtù della copertina e del valore scultoreo dell’oggetto. Un libro è presenza immaginifica e soglia suggestiva.

È stata inaugurata il 23 luglio al Castello di Santa Severa la mostra Il volto dei libri. Libri da vedere, curata da Giuseppe Garrera e Igor Patruno. L’esposizione, promossa dalla Regione Lazio e organizzata da LAZIOcrea, offre al pubblico dal 24 luglio al 19 settembre una nuova prospettiva sulla storia del potere e della bellezza delle copertine dei libri: nell’ambito dell’editoria italiana dal 1950 a oggi, alcuni dei casi più significativi e spettacolari di copertine e di esperimenti sulla forza di un libro che, ancora prima che sia aperto e letto, diventa oggetto d’arte e d’illuminazione iconica.

Si parte proprio dalle leggendarie copertine di Bruno Munari, per passare poi alle esplorazioni visive di Luigi Veronesi e Armando Testa, fino a giungere alle copertine espressamente concepite per libri da grandi artisti come Mario Schifano, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Mimmo Rotella, ecc. Una sezione particolare viene dedicata a scelte eccezionali legate a vesti editoriali volute, desiderate e indicate da scrittori come Italo Calvino, Carlo Emilio Gadda, Elsa Morante, Giorgio Manganelli, Tommaso Landolfi, ecc., spesso con l’intento di trasmettere messaggi intimi, proibiti, o di alludere e colpire pericolosamente il lettore, costituendo già dalle copertine una araldica speciale di libri come pietre, bombe o fiori. Un caso a sé, tra questi, unico e assoluto per intransigenza e potenza iconica è quello di Jerome David Salinger e delle indicazioni per la veste editoriale del suo libro. In mostra tutte le copertine, le varianti, le correzioni, che ricostruiscono la tormentata vicenda visiva italiana del Giovane Holden.

In esposizione anche un omaggio ai libri per bambini, a copertine speciali e rivoluzionarie per libri per l’infanzia, nell’intento, all’altezza degli anni Sessanta, di rifondare e di salvare nuovi lettori, ripensando da capo il libro in un momento in cui sembrava stesse sempre più compromettendo il proprio coraggio e la propria libertà.

“La mostra – spiega Giuseppe Garrera – deve rendere un’esposizione di libri, per paradosso, una quadreria: dunque il volto dei libri, libri da vedere e non da leggere, ma che già alla vista dicono, esprimono, commuovono. Tutto il materiale proviene dalla mia collezione privata e da un rapporto idolatrico con il libro (tra i miei sogni c’è quello assurdo di fare, un domani, una mostra sul profumo dei libri, delle carte e delle edizioni). In molti casi si tratta di scoperte e ritrovamenti. Ovviamente in mostra sono esposte tutte copie originali, prime edizioni, ristampe perdute e cioè le prime incarnazioni che un libro ha avuto, divenendo, con la stampa, carne ed ossa”.

“L’esposizione – aggiunge Igor Patruno – sarà non solo un invito alla lettura dei libri, ma soprattutto un omaggio al libro come oggetto di culto, al libro come sostanza del mistero  contenuto nella narrazione, al libro come “confezionamento” dell’indicibile, al libro come “cosa” da osservare, possedere, tramandare. Attraverso l’esposizione di libri, iconici, rari ed introvabili, abbiamo voluto ripercorrere la storia visiva dell’oggetto-libro in quanto tale, svelando al visitatore le storie e gli enigmi evocati dalle copertine, dalle sovra copertine, dalle bandelle. Il visitatore, attraversando la mostra, entrerà in contatto con l’infinita attrazione suscitata dalla presenza dall’oggetto-libro, dal mistero della sua contemplazione, dal segreto a cui la copertina rimanda, talvolta svelandolo, talvolta lasciandolo tale”.

Parallelamente all’esposizione saranno organizzati incontri on line (interviste e conversazioni) con editori, critici d’arte, bibliofili: un grande omaggio alle copertine, alle strategie editoriali, ai formati, alla carta, al libro come oggetto insostituibile e capace, in ogni forma, di suggestionare, educare e sorprendere.

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