| #DINTORNIDELLATUSCIA | La Piccola Gerusalemme – PITIGLIANO

0

Pitigliano è un piccolo borgo arroccato sul tufo, all’estremità meridionale della Toscana e della Provicia di Grosseto. Rappresenta la triade delle “città del tufo” insieme a Sorano e Sovana ed è uno scrigno di tesori storici e naturalistici, unici nel panorama regionale.

Il Borgo è conosciuto dai più con l’appellativo di Piccola Gerusalemme in quanto nel passato ha ospitato un cospicuo numero di ebrei, arrivati nella cittadina a partire dal XV secolo. Il motivo di questa presenza è da ricollegarsi alla famiglia degli Orsini, conti di Sovana, che nel ‘400 spostarono la sede principale dei loro affari a Pitigliano, restaurando e ampliando il castello che fu degli Aldobrandeschi.

Gli Orsini capirono ben presto il potenziale economico che sarebbe derivato dalla presenza ebraica in questi territori e li accolsero ben volentieri, permettendo loro di aprire banchi di prestito, di possedere terre e case e di dedicarsi alle attività commerciali. Sarà lo stesso medico di fiducia di Niccolo IV Orsini, David de Pomis, a chiamare Pitigliano la “Terra del rifugio” e a dare vita al primo nucleo del cimitero ebraico ancora oggi visibile .

Le piccole contee di confine tra Toscana e Lazio rimasero infatti immuni alle restrizioni che avvenivano nel resto d’Italia, la Contea di Pitigliano è il caso più eclatante, ma esistevano comunità ebraiche anche nella contea degli Sforza a Santa Fiora, a Castell’ Ottieri e nel Ducato di Castro dei Farnese, che si riversò poi in quella di Pitigliano dopo la distruzione di Castro nel 1649.

Grazie all’ Associazione “La Piccola Gerusalemme” oggi è possibile visitare la Sinagoga, costruita alla fine del ‘500 e ampliamente restaurata negli anni ’90 e gli ambienti produttivi a servizio della comunità, come il bagno rituale (il Miqvé), la cantina  e il macello kasher, la tintoria e il forno, dove fino agli anni ’30 del 900 si impastava pane azzimo e il tradizionale “Sfratto”, biscotto a base di miele, noci e vaniglia. Fare un viaggio in questi ambienti sotterranei è rivivere la storia della comunità ebraica pitiglianese, ormai non più esistente, ma presente nel substrato culturale del paese.

Il centro storico offre anche la possibilità di visitare la chiesa di San Rocco, patrono di Pitigliano, la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo e il Palazzo Orsini, cerniera tra il centro nuovo e quello vecchio e da cui dipartono i due possenti bastioni angolari che fanno della Fortezza un grandioso esempio di architettura militare rinascimentale.

Il Palazzo è dal ‘600 sede del vescovo e degli uffici della Diocesi ed ospita due interessanti musei. A sinistra rispetto al visitatore, entrando nella corte interna, si trova il Museo diocesano di Arte Sacra, interessante per le stanze affrescate oltre che per gli arredi liturgici e le pregiate opere scultoree tra cui emerge per bellezza la Madonna con Bambino di Jacopo della Quercia. A destra si trova invece il piccolo, ma prezioso Museo archeologico E. Pellegrini, che ospita reperti etruschi rinvenuti del territorio pitiglianese.

Oltre alle testimonianze storiche, a Pitigliano esistono tour escursionistici di estremo fascino. Intorno alla rupe tufacea si apre un dedalo di Vie Cave, profonde strade scavate per lo più in epoca etrusca, che conducono ai pianori circostanti e in alcuni casi permettono di arrivare fino a Sovana, altra importante città etrusca. Ne esistono ben sei, una di queste, la Via Cava del Gradone, si trova all’interno del Museo all’Aperto Alberto Manzi, ideato e voluto dal noto “maestro d’Italia”, che fu sindaco di Pitigliano dal ’95 al ’97. La Via conduce fino al torrente Meleta e attraversa due Necropoli, il Gradone e San Giovanni.

Al termine di un bellissimo e faticoso trekking, immancabile è un calice di vino Bianco di Pitigliano doc in uno dei numerosi locali che animano il centro storico.

Non c’è un periodo sconsigliato per visitare Pitigliano, logicamente le stagioni intermedie sono le più favorite da chi è amante delle escursioni. In questo caso si consiglia di arrivare muniti di scarpe da trekking, zaino e abbigliamento a cipolla. Da non perdere è sicuramente la tradizionale Torciata di San Giuseppe che si svolge il 19 Marzo. I festeggiamenti iniziano qualche giorno prima con iniziative di vario genere, dalle visite guidate ai mercatini, mentre in Piazza del Comune si allestisce un grande fantoccio di paglia che simboleggia l’Inverno, o “l’Invernacciu”, secondo il vernacolo pitiglianese.

La festa, che unisce il sacro e il profano, termina la sera del 19, quando dalla Via Cava del Gradone arriva un grupo di ragazzi incappucciati e con fasci di canne infuocate, pronti a bruciare il grande fantoccio all’urlo di “Viva Viva San Giuseppe”, mettendo così simbolicamente fine all’Inverno e accogliendo la Primavera che verrà.

Approfondimento a cura di Giada Pellegrini (ConGiadaInGiro) – Contatto: 335 6039081 (Whatsapp)

Share.

Comments are closed.