| #DINTORNIDELLATUSCIA | La Necropoli della Banditaccia – CERVETERI

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Sito Unesco dal 2004, costituisce l’esempio massimo dell’architettura funeraria etrusca, si estende ad ovest della città, su un plateau tufaceo di circa 100 ettari. L’etimologia di questo nome risale ai primi anni del ‘900, quando i terreni venivano dati in concessione dal comune tramite dei bandi, così le terre bandite pian piano iniziarono ad essere indicate col vezzeggiativo “Banditaccia” perché mal si prestavano alle esigenze del pascolo e dell’agricoltura.

Il nucleo più antico è costituito dalla zona di “Cava della Pozzolana” attivo già dal IX sec. a.C. con importanti sepolcreti villanoviani. L’area più nota è la “Zona del Recinto”, l’unica ad essere adeguatamente attrezzata per rispondere alle esigenze turistiche e che racchiude in una superficie totale di 10 ettari circa 2000 tombe. Di grande suggestione è il nuovo percorso di visita multimediale messo a punto nel 2012 dalla Filas e dalla Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale, all’interno di otto tombe vengono proiettati dei video in 3D che cercano di ricreare l’ambiente, così come doveva apparire in antico e al momento della sua riscoperta.

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Ecco le principali tipologie delle tombe ceretane:

– IX – VIII sec. a.C. In questo periodo (Villanoviano) è ampiamente diffusa la tecnica di cremazione del defunto, semplici tombe a pozzetto accoglievano le ceneri custodite in un’urna antica.

– VII sec. a.C. Periodo orientalizzante, è questa la fase alla quale appartengono i grandi tumuli che raggiungono dimensioni monumentali. Gli esempi classici sono: Tomba della Capanna, Tumulo Maroi, Tumulo Mengarelli.

– VI sec. a.C. Periodo arcaico. Da sepolture più rudimentali, giungiamo a ricercatezza formale anche nella struttura della tomba, compaiono decorazioni e rifiniture prima assenti. Il cambiamento della tipologia tombale va letto parallelamente a quello delle strutture abitative. Consigliamo di visitare la Tomba dei Vasi Greci, la Tomba della Cornice, la Tomba della Casetta.

– V sec a.C. una prima crisi investe l’Etruria meridionale anche per i numerosi contrasti interni alle città tra ceto aristocratico e quello dei commercianti. Il tumulo viene sostituito dalle tombe a dado, allineate lungo strade che si intersecano in maniera perpendicolare (Tomba di Marce Ursus e Tomba Ippodamea).

– IV – III sec. a.C. La crisi si accentua, per l’aumento di territori in mano a Roma e per gli scontri con le vicine città della magna Grecia. La Tomba dei Rilievi è l’esempio più rappresentativo dell’ellenizzazione etrusca.

Fanno parte della Necropoli della Banditaccia anche se indicate con toponimi diversi, le seguenti aree, non ancora aperte al pubblico:

ZONA GRANDI TUMULI

L’area si estende a destra della strada di accesso alla necropoli fino ai bordi della Valle del Manganello. La sua posizione, con vista panoramica sulla città e sul mare, fu considerata dai Ceriti la zona più prestigiosa; qui infatti si trova un altissima concentrazione di tumuli prevalentemente del periodo “orientalizzante” (VII sec. a.C.). Racchiuso in un unico grande tumulo si trovano due straordinarie strutture sepolcrali: la Tomba dei Leoni Dipinti (VII sec. a.C.) che ha preso il nome dalla decorazione parietale che in origine rivestiva tutta la tomba.

| #DINTORNIDELLATUSCIA | La Necropoli della Banditaccia - CERVETERILe elaborate coperture a travicelli con disco centrale e travetti ad incassi, vengono integrate da due grandi cilindri scanalati nella stanza laterale destra. La Tomba degli Scudi e della Sedie rappresenta uno degli esempi più significativi di imitazione di una casa aristocratica del VI sec. a.C. Addosso alle pareti del grande atrio sono stati ricavati sei letti con gambe a piastrino e due sedie-trono con schienali ricurvi e poggia-piedi. La parte superiore delle pareti è decorata con una serie di scudi rotondi in rilievo, riproposti in forma diversa nella camera laterale sinistra. La tomba più antica dell’imponente Tumulo degli Animali Dipinti (VII sec. a.C.), oltre alla caratteristica architettura dell’epoca, si distingue per i monumentali letti funebri.

Nel vestibolo rotondo era raffigurato un fregio di animali fantastici. All’epoca arcaica appartiene il tumulo Giuseppe Moretti. Il grande ambiente principale a pianta larga con due possenti colonne tuscaniche introduce a ben sette camere funerarie. Nell’ultimo grande tumulo dell’area è situata la Tomba della Nave, che deve il suo nome alla pittura parietale, non più visibile, di una nave a vela nella camera che si apre a destra del corridoio. Quella sinistra ha un grande letto funebre, coronato da un tetto a padiglione con travicelli.

Proseguendo si giunge alla Tomba delle Onde Marine, un piccolo ipogeo ellenistico, rilevante per le sue pitture parietali, ancora in discreto stato. Uno stucco colorato di un rosso vivo riveste le pareti e il pilastro centrale, interrotto da un fregio a onde marine. Situato al ciglio del pianoro, dove le pareti scendono verso il fosso del Manganello si trova la Tomba del Toblino. La costruzione a forma di dado risalente al VI sec. a.C. si distingue per la sua singolare pianta interna, costituita da un ambiente centrale e uno posteriore, dal quale si aprono due camere secondarie. Una finta porta a lunetta sulla parete di fondo simboleggia il passaggio nell’oltretomba.

TOMBE DEL COMUNE

Con questa denominazione si intende un gruppo di sepolcreti costruiti da importanti famiglie gentilizie del IV sec. a.C. La monumentalità e la grande varietà architettonica di queste sontuose dimore per l’eternità hanno suscitato l’ammirazione dei visitatori fin dalla loro scoperta nell’800. Il grande ipogeo della Famiglia Tamsnie, è costituito da un grande ambiente con pilastri centrali. Vi furono ritrovati due sarcofagi, di cui uno con il coperchio a forma di tetto displuviato con l’epigrafe di Venel Tamsnie che fu un magistrato di “Caisri”. È una delle poche documentazioni grafiche del nome etrusco di Caere. (Museo Nazionale Cerite).

| #DINTORNIDELLATUSCIA | La Necropoli della Banditaccia - CERVETERIAi due lati dell’entrata nella Tomba del Triclinio si distinguono due rilievi che rappresentano un cinghiale e una pantera. Le pareti erano decorate con scene di banchetto, di cui rimangono solo alcune tracce. Nella Tomba dei Sarcofagi appartenuta alla famiglia Apucus si trovano quattro sarcofagi, di cui tre con l’immagine dei defunti, e uno con il coperchio a forma di tetto. (Museo Nazionale Cerite e Museo Gregoriano Etrusco del Vaticano). I due ambienti erano in origine interamente coperti da pitture.

Interessanti testimonianze epigrafiche provengono dalla Tomba dei Tarquini (o delle Iscrizioni), costruita su due livelli. Le scritte nei loculi ci tramandano i nomi dei membri della Famiglia Tarchna lunga otto generazioni; le ultime sono ormai già latinizzate. Di grande interesse è l’architettura interna della Tomba dell’Alcova con pilastri quadrangolari scanalati e l’alcova alla parete di fondo, messa in rilievo da alcuni gradini.

Il vano contiene un monumentale letto a due posti con sgabello e poggiapiedi, certamente destinato ai capostipiti della Famiglia Tarnas, committenti della tomba. Poco lontano è situata la straordinaria Tomba delle Cinque Sedie che ci riporta ai misteriosi riti funebri del VII sec. a.C., rappresentati nelle due camere laterali dell’ingresso. Quella destra contiene un tavolo-altare dalle gambe concave, quella sinistra un cesto e cinque piccole sedie con poggiapiedi. Su ognuna erano sistemate delle piccole figure in terracotta maschili e femminili nell’atto di offerta. In origine questa camera presentava anche due tavoli posti davanti alle sedie, un altare e due troni circolari.

ZONA DEL LAGHETTO E DI VIA DEGLI INFERI

Sopra la gola del Manganello la Fondazione Lerici effettuò negli anni ’60 uno scavo sistematico con l’ausilio di sondaggi elettromagnetici che portò alla scoperta di 500 tombe, in parte ancora intatte. Le sepolture erano prevalentemente usati da strati meno abbienti della popolazione e presentavano sepolture a pozzetto, a fosso o a camera molto semplici.

| #DINTORNIDELLATUSCIA | La Necropoli della Banditaccia - CERVETERIProseguendo la strada sterrata si arriva all’ultimo tratto della via sepolcrale che attraversa l’intero pianoro della Banditaccia. La strada, denominata Via degli Inferi, è profondamente intagliata nel tufo e presenta sulle pareti numerosi ingressi di tombe a camera, composte da uno o due vani, spesso organizzate anche su piazze ricavate lateralmente alla strada. L’unica presenza monumentale è la Tomba delle Colonne Doriche, il cui ingresso si affaccia su una terrazza assieme ad altri sepolcreti.

Dopo un incrocio, la strada scende verso il fosso del Manganello dove gli Etruschi, con una tagliata, avevano incanalato le acque del torrente in un sottopassaggio che consente l’attraversamento della strada. Si giunge così proprio al di sotto dell’alto dirupo tufaceo che delimita il pianoro dove sorgeva la città antica, rafforzato con blocchi di tufo ancora abbastanza ben conservati. Un passaggio laterale consente la risalita verso il pianoro urbano.

STORIA DEGLI SCAVI

Il primo scavo sistematico fu condotto da Raniero Mengarelli tra il 1909 e il 1936. Nel 1927 lo stesso Megarelli scavò la via sepolcrale principale denominandola Via degli Inferi.Lo scavo, secondo l’ottica del tempo, fu uno sterro delle strutture più evidenti, rivolto al recupero di oggetti preziosi ed importanti dal punto di vista storico – artistico.

| #DINTORNIDELLATUSCIA | La Necropoli della Banditaccia - CERVETERIDopo il 1936 gli scavi subirono una lunga interruzione, l’area fu abbandonata al degrado naturale e agli scavi clandestini. Negli anni sessanta l’attività di ricerca riprese ad opera dell’archeologo Mario Moretti e interessò principalmente la zona detta del “nuovo recinto “ e quella dei “grandi tumuli”. Oggi la ricerca scientifica continua ad opera del CNR e si concentra soprattutto nell’area dell’antica civita, proseguendo le ricerche portate avanti negli anni ottanta da Mauro Cristofani.

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