| #BELLEZZEDELLATUSCIA | La Rocca Monaldeschi della Cervara – BOLSENA

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LA STORIA

Le prime notizie sulla Rocca Monaldeschi della Cervara risalgono al 1156 quando Adriano IV, in vista delle incursioni del Barbarossa, fece fortificare i centri sulla via Cassia. Anche a Bolsena si provvide ad edificare le mura di cinta e insieme ad esse venne costruita la torre principale della attuale rocca.

Nel 1295 gli Orvietani riaffermarono il loro dominio su Bolsena attraverso la famiglia Monaldeschi e provvidero al restauro delle mura e alla edificazione delle altre tre torri. In seguito, sempre sotto i Monaldeschi, vennero eseguiti vari lavori di ristrutturazione che trasformarono la rocca da fortezza a residenza signorile. Durante il XVI secolo Bolsena (e anche la rocca) fu saccheggiata ed incendiata dai Lanzichenecchi. In seguito, sotto il governatore Tiberio Crispo, vennero intrapresi altri lavori di sistemazione dello stabile. Nel 1602 la rocca venne concessa al cardinale Sanesio (vescovo di Orvieto) a patto che si occupasse della manutenzione dell’edificio.

Nel corso del XVII secolo la rocca venne utilizzata come prigione e come magazzino. Agli inizi degli anni Settanta un comitato cittadino intraprese i primi lavori di scavo nella sala inferiore per il recupero del monumento; in quell’occasione fu rinvenuto e scavato il “butto” medievale alla base della torre maggiore. Agli inizi degli anni Ottanta presero corpo i lavori di definitiva ristrutturazione della rocca in vista della sua destinazione museale.

Nell’ aprile del 1990 sono stati inaugurati i locali del museo con l’esposizione dei resti dell’abitato villanoviano del “Gran Carro” e con la sezione dedicata alla pesca, mentre nel maggio del 1991 è stata ufficialmente aperta l’intera struttura museale con il completamento delle altre sezioni previste e con l’allestimento della sala degli scavi di Volsinii a cura della Scuola Francese di Roma.

IL MUSEO

La rocca Monaldeschi della Cervara ospita il Museo territoriale del lago di Bolsena, interessante per l’inquadramento che offre del comprensorio del lago e per alcune testimonianze della cultura materiale.

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Il museo si distribuisce su tre piani dell’edificio: al piano d’ingresso, attraverso plastici reperti archeologici e pannelli didattici, sono sviluppate con particolare dettaglio le sezioni riguardanti la formazione del bacino vulcanico del lago, la preistoria, la protostoria e la fase etrusca fino alla conquista romana.

La parte centrale di questo piano è costituita dai reperti dell’età del ferro recuperati nell’ambito dell’abitato del “Gran Carro”, rinvenuto sommerso presso la sponda orientale del lago di Bolsena nel 1959.

Il piano superiore è interamente dedicato ai reperti provenienti dagli scavi della città etrusco – romana di Volsinii. Al piano inferiore è illustrato il periodo che va dal Medioevo ai giorni nostri. In questo piano l’esposizione si apre con le splendide ceramiche medievali e rinascimentali trovate nel butto della torre maggiore della Rocca e prosegue con la presentazione degli aspetti folclorici (tradizioni popolari e festività religiose), con particolare riguardo al lavoro dei pescatori, illustrato attraverso l’esposizioni di oggetti, attrezzi e pannelli illustrativi delle tecniche di pesca nonché dei pesci e dell’ambiente naturale del lago.

Nel cortile esterno è allestito un lapidario dove sono esposte numerose are e cippi funerari di epoca romana. Il museo territoriale del lago di Bolsena, oltre che un’attrattiva di carattere turistico, intende essere anche un centro di ricerca scientifica e un luogo di produzione e socializzazione culturale. Dagli spalti della Rocca, infine, si può godere un magnifico panorama che spazia sull’intero lago e sugli scavi della città etrusco – romana di Volsinii, a brevissima distanza dal museo.

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