| #BELLEZZEDELLATUSCIA | Il Lago di Bolsena – TUSCIA

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Il lago di Bolsena è un lago dell’Italia centrale, posto nell’alto Lazio, nella parte settentrionale della provincia di Viterbo (Alta Tuscia). Formatosi oltre 300 000 anni fa in seguito al collasso calderico di alcuni vulcani del complesso dei monti Volsini che ha accompagnato lo sprofondamento vulcano-tettonico dell’area, è lambito per una parte considerevole dalla strada consolare Cassia, a pochi chilometri dal monte Amiata, ed è il lago di origine vulcanica più grande d’Europa.

Ha una forma ovale, tipica per la sua origine, due isole e un fiume emissario, un’area totale di 113,5 km² (quinto in Italia), si trova a 305 m s.l.m., una profondità massima di 151 m nel punto di coordinate 42.596833 N, 11.933000 E e una profondità media di 81 m. Numerosi sono gli insediamenti turistici, con particolare propensione per il turismo a contatto con la natura, prevalentemente nei campeggi, agriturismi e bed and breakfast.

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Le coste del lago sono generalmente basse e sabbiose (caratteristica la sabbia di colore nero, residuo degli antichi vulcani, in alcuni tratti anche paludose. Tuttavia la costa non è affatto monotona ma è interrotta spesso da piccole e basse penisole. I promontori veri e propri sono pochi e per la precisione: il Monte Bisenzio, che chiude a ovest i Monti Volsini, Punta San Bernardino, la penisola di Capodimonte, la punta di Sant’Antonio.

Lungo le coste si alternano rive placide e tranquille, ideale per rilassarsi e per pescare, a campi e orti, ricoperti di ulivi, vigne e ortaggi. Dove l’uomo è meno presente si trovano boschi isolati di querce, castagni, salici con estesi canneti che offrono rifugio per i nidi di molti uccelli lacustri. Agli alberi spesso vengono stese ad asciugare le grandi reti dei pescatori, accanto alle loro barche, le stesse da secoli, con remi asimmetrici e il posteriore che funge da timone e viene manovrato stando in piedi.

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Il turismo e gli insediamenti umani sono più concentrati lungo la costa orientale e meridionale dove sorgono i tre centri rivieraschi (Bolsena; Marta; Capodimonte). La costa settentrionale è la più bassa, mentre quella occidentale è la più selvaggia e solitaria. In questi anni il lago ha conosciuto un’allarmante innalzamento del suo livello che sta erodendo la spiaggia e spesso d’inverno, a causa delle forti piogge, giunge ad allagare i campi e i paesi sulle rive, causando notevoli danni.

Soltanto nel 2006 il livello del lago si è avvicinato alle strade rivierasche sterrate, ritornando poi ai livelli consueti. Va considerato che avendo un solo emissario, ovvero il fiume Marta (controllato da bocchette per regolare il deflusso delle acque), il livello del lago può essere gestito senza creare danni alla costa.

Per valutare i cambiamenti di livello del lago basta guardare le strutture storiche presenti nei paesi rivieraschi, come il lavatoio presso la spiaggia dei pescatori a Marta, oggi (giugno 2008) al livello di quando è stato costruito decine di anni fa. Un particolare del lago è la presenza delle sesse, particolari variazioni del livello del lago, particolarmente imprevedibili e inspiegabili. Una sessa ha raggiunto nel 2000 un dislivello di circa 50 cm.

AMBIENTE

Il lago di Bolsena può vantare un ambiente naturale quasi completamente incontaminato ed è uno dei pochi grandi laghi italiani ad essere completamente balneabile. La pulizia delle sue acque (recita un detto dei pescatori che questo è il lago che si beve!) ha garantito uno straordinario sviluppo di specie animali e vegetali, tra cui molte specie di alghe e piante subacquee quasi completamente scomparse in altri bacini. Per questa biodiversità nel 2005 il Lago di Bolsena è stato proposto come sito di interesse comunitario.

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FAUNA

Molte le specie di pesci autoctone: il luccio, la tinca, il piccolo latterino, la scardola, il cefalo, la lasca, il gambero di fiume, il granchio d’acqua dolce, il coregone o lavarello, che è il pesce più pescato, ed infine le celeberrime anguille che costarono il Purgatorio dantesco a papa Martino IV.

L’abbondanza di pesci e la natura incontaminata hanno attirato specie di uccelli acquatici di tutti i tipi che sostano nel lago durante le migrazioni e sono una vera delizia per gli amanti del bird-watching. Sono stati avvistati morette, moriglioni, fistioni turchi, folaghe, svassi maggiori, tuffetti, svassi minori, garzette ed aironi cenerini, specie tipiche del Nord Europa. Tra gli uccelli che stabilmente risiedono qui, si ricordano i colombi, i gabbiani e una decina di cigni. Fra le specie che nidificano fra i canneti vi sono aironi di piccole dimensioni, il cannareccione e la cannaiola, due specie di passeri che formano dei nidi a coppa, intrecciando le canne, e per ultimo lo svasso maggiore che crea delle vere e proprie piattaforme galleggianti.

I predatori più diffusi sono il cormorano e la strolaga, un uccello poco presente in Italia, giunto qui spontaneamente dalla Francia. Altri abitanti comuni delle rive del lago sono il rospo comune, la rana, la biscia d’acqua, il tritone, la testuggine europea. La fauna del lago è minacciata dall’introduzione di specie aliene come il persico sole, il pesce gatto, il persico trota, il persico reale, la carpa e l’agone, la nutria, la tartaruga palustre americana, l’oca canadese e il gambero rosso della Louisiana. Questi animali alloctoni distruggono l’habitat delle specie autoctone e ne mettono in pericolo la sopravvivenza anche predandole o privandole delle risorse necessarie.

FLORA

Lungo le rive si alternano ai canneti, rifugi ideali per moltissimi animali alla sabbia e a piccoli prati dove cresce l’erba morella, dalle tipiche bacche color rosso, il vilucchio bianco. Presso la località di Montesenano (Gradoli) è stata osservata la rarissima Baldellia ranunculoides. A poca distanza dalla riva crescono il ranuncolo e il poligono anfibo, la zannichellia e la brasca pettinata (o delle lagune). In acque più profonde si sviluppa l’erba tinca e la ranocchia maggiore.

CLIMA

Clima temperato e mite, specie sulla sponda meridionale. Non rare d’inverno sono le cosiddette “lagheggiate”, ossia quando il forte vento di tramontana fa sbattere le onde del lago sui muraglioni creando spettacolari stalattiti sugli stessi, sugli alberi e sulle fontane nonché sul lungolago grazie al clima molto freddo presente.

Sono quasi esclusivamente presenti sulla sponda meridionale del lago nei comuni di Marta e Capodimonte ma anche sulla porzione di lago di Montefiascone, e sono spesso meta di turisti e visitatori. Fino a qualche anno fa esse erano ancora più spettacolari in quanto il lago aveva un livello più alto.

ISOLE DEL LAGO

Isola Bisentina

L’isola Bisentina è la maggiore del lago per superficie (17 hm²) e appartiene al territorio comunale di Capodimonte. Mutua il suo nome dall’antica città etrusco-romana di Bisenzio e conserva importanti testimonianze storiche e artistiche.

Isola Martana

Situata di fronte al centro abitato di Marta, da cui prende il nome e al quale appartiene territorialmente, l’Isola Martana è la più piccola delle due isole del lago, in termini di superficie, con i suoi 10,3 hm².

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La cittadina di Marta con l’Isola Martana

Avrebbe custodito le spoglie di santa Cristina, perché non cadessero preda dei barbari. L’Isola Martana fu anche al centro della tragica vicenda storica di Amalasunta, regina dei Goti, che prese il potere alla morte di Teodorico: dopo essere stata portata con l’inganno sull’isola, vi fu trucidata dal cugino Teodato il 30 aprile del 535. Nella parte orientale dell’isola è stata posta una targa in sua memoria.

L’isola, disabitata, fu un tempo sede di un convento degli Agostiniani. Attualmente è proprietà privata e quindi non ne è possibile la visita. È comunque possibile circumnavigarla con un battello che parte dal porto di Capodimonte e dal porto di Bolsena.

EMISSARIO

Il fiume Marta

Dal lago di Bolsena, in corrispondenza del centro abitato di Marta, il fiume emissario inizia il suo percorso verso il Mar Tirreno. Dopo aver attraversato Marta, Tuscania e Tarquinia, incontra il mare. Qui, in una zona bellissima compresa tra la foce del Fiume Marta e quella del Fiume Mignone, è stata istituita la Riserva Naturale di Popolamento Animale “Salina di Tarquinia”. La portata del fiume viene regolata dalle “bocchette” che sono delle finestre, in una diga, in grado di regolare il flusso di acqua che dal lago si immette nel fiume.

STORIA

Genesi del lago

Il lago nasce quando l’apparato vulcanico Vulsinio, che vantava ben sette crateri, in seguito allo svuotamento della grossa camera magmatica, subisce uno sprofondamento creando una zona depressa a forma circolare che sarà a poco a poco ricoperta dalle acque del futuro lago. Tracce di questi antichi crateri sono rimasti lungo il fianco dell’isola Bisentina, nella conca di Latera e nell’abitato di Montefiascone che sorge sul bordo della caldera dell’omonimo vulcano.

Preistoria

Il lago iniziò ad essere popolato verso la fine del Neolitico quando lungo le sue rive sorsero diversi villaggi di palafitte. Fu poi abitato durante l’età del ferro e quella del bronzo ma i suoi insediamenti restarono fortemente condizionati dalle variazioni di livello delle acque, e conseguentemente dalla posizione della riva.

MUSEO TERRITORIALE

Il museo è situato nel quartiere medievale del Castello di Bolsena, ubicato all’interno della Rocca dei Monaldeschi della Cervara.

È stato inaugurato il 5 maggio 1991.

Consta di varie sezioni che hanno come filo conduttore lo sviluppo umano del territorio, attraverso l’analisi delle fasi storiche antecedenti al periodo etrusco-romano, per poi dispiegarsi attraverso il Medioevo ed il Rinascimento focalizzandosi sugli usi, costumi e tradizioni locali.

Viene poi illustrato il lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa, con riferimento all’ecosistema lacustre, alla fauna, alla flora e alle attività di pesca, antiche e moderne. Inserito fin dalla sua inaugurazione nell’Organizzazione Museale Regionale (O.M.R.), il museo è stato anche insignito dalla Regione Lazio del Premio Marchio di Qualità.

Dal 2000 il Comune di Bolsena svolge il ruolo di capofila del Sistema museale del lago di Bolsena, con l’incarico di curarne gli aspetti amministrativi, tramite il proprio Ufficio Cultura, mentre alla direzione del Museo territoriale è stato affidato pro-tempore (allo stato attuale per due mandati consecutivi di un quinquennio ciascuno) il coordinamento dell’attività scientifica condivisa progettualmente ed esecutivamente tra i musei dell’area sistemica e, attraverso interventi mirati e sostenuti finanziariamente dalla Regione Lazio, diretta soprattutto agli ambiti della promozione, della ricerca e della didattica.

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