| #PERCORSIDELLATUSCIA | Vulcano e faggeta dei Monti Cimini – SORIANO NEL CIMINO

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La faggeta dei monti Cimini, è tra le più maestose ed imponenti dell’Italia centrale e candidata a diventare Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Si tratta di un vero e proprio vulcano che vanta due record: è il vulcano più antico del Lazio continentale (battuto soltanto dall’isola di Ponza) ed è anche il più alto, superando i 1000 m di quota. Il vulcano Cimino conclude la sua attività circa 90.000 anni fa, con una fase che ha determinato la fuoriscita di colate successive di lava. Passeggiando nella faggeta, le rocce che incontreremo sono costituite proprio da blocchi di questa antica lava.

Lo storico romano Livio descrisse la Selva Cimina come “più impenetrabile e più spaventosa ….e fino a quel tempo nemmeno l’amor del guadagno aveva potuto determinare nessun mercante a penetrarvi”. Pellegrini e commercianti ne evitavano la coltre compatta che incuteva timore, e anche le legioni di Roma esitavano a penetrarvi per rincorrere il nemico durante le guerre etrusche. Oggi offre una rete di sentieri con un aspetto quasi incantato, tra gli imponenti alberi e i raggi di luce che penetrano la folta chioma degli altissimi faggi.

E’ soprattutto il faggio (Fagus sylvatica) a mostrare qui individui di dimensioni maestose, creando la cosiddetta “fustaia a cattedrale”, tipica dipopolamenti lasciati evolvere per decenni in assenza di disturbi antropici. Alcuni esemplari di faggio raggiungono e superano i quaranta metri di altezza, creando quell’atmosfera solenne che tanto timore incuteva nei viaggiatori (ma anche negli eserciti) del passato. I grandi alberi, spesso dotati di cavità, costituiscono un habitat fondamentale per il rifugio, la riproduzione e la nutrizione di un gran numero di animali selvatici.

Al limitare del bosco di faggi si trova la rupe tremante o sasso menicante, meglio conosciuto agli abitanti del posto come sasso naticarello. Celebrato già da Plinio il Vecchio come “miracolo della natura”, è un grosso masso di trachite forma ovoidale di circa 8 metri di lunghezza e del peso di circa 250 tonnellate, sospeso in equilibrio su una sporgenza rocciosa del suolo, caratteristica che fa sì che possa essere fatto oscillare sensibilmente e in modo abbastanza agevole utilizzando un grosso bastone come leva .

L’altitudine e le fitte chiome dei faggi rendono questa escursione particolarmente adatta anche alle alte temperature estive. (Durata circa  2 h e ½)

Itinerario a cura di Antico Presente – http://www.anticopresente.it

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