| #PERCORSIDELLATUSCIA | Catacombe, misticismo, arte e tagliate – TUSCIA

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Il percorso unisce le Catacombe e la Rocca Borgia di Nepi alla meravigliosa basilica di Sant’Elia, passando lungo il torrente, in un incredibile sentiero nella forra con monumentali tagliate.

Inizierà da Nepi, con la visita di uno dei luoghi meno conosciuti ma di grandissimo interesse storico, quale la Catacomba di Santa Savinilla, uno dei complessi funerari sotterranei più importanti del Lazio e dell’Italia centrale. È composta da tre gallerie principali, scavate nel tufo tipico del territorio, dalle quali si diramano ulteriori ramificazioni. Le gallerie principali sono lunghe circa 35 metri e larghe circa 3,5 metri. Questa particolare grandezza dell’ambiente è stata possibile grazie alla particolare morbidezza del materiale in cui sono state costruite. Ospita infatti più di mille tombe, a testimonianza della continuità con cui è stato frequentato il complesso funerario.

 Al termine, si partirà per il percorso a piedi da fuori gli imponenti bastioni della Rocca dei Borgia o Castello Borgia, una fortezza posta sul margine dell’abitato storico di Nepi. I primi documenti che testimoniano la presenza della Rocca risalgono al 1300, ma fu nel 1500 con l’età Borgiana che raggiunse il suo massimo splendore. A partire dal XVII secolo, la Rocca iniziò ad essere abbandonata. Divenne infine luogo di estrazione di materiale da costruzione per la cittadinanza. Nel XIX secolo, si propose di installarvi un carcere, elaborando anche un progetto delle modifiche da apportare. Sul finire dello stesso secolo, una parte della cortina delle fortificazioni farnesiane e parte delle strutture di accesso al palazzo, vennero sventrate per permettere la costruzione di una nuova via di accesso più diretta al centro abitato.

Dopo un breve percorso ci si ritroverà ai piedi del paese di Nepi dove ad attendere c’è la spettacolare sorpresa della tagliata dei Cavoni. Si tratta di un sistema di tre tagliate che si dipartono dai resti del ponte e che costituiscono dei diverticoli della via Amerina che corre più in alto verso la valle di Baccano. Le pareti sono alte fino a 10 metri e la base ha una larghezza al piano stradale di 3 metri. Il sistema di drenaggio delle acque, costruito da canalette laterali e centrali, è indice di interventi succedutisi nel corso del tempo, come lascia anche supporre la presenza lungo il percorso di alcuni basoli. La realizzazione dei Cavoni può essere collocata in età preromana quando il tracciato, oltre a svolgere la funzione di collegamento fra la Nepi falisca e i circostanti insediamenti rurali, doveva essere anche il naturale punto di arrivo delle strade provenienti dalle antiche città di Veio e Narce.

Percorrendo la valle Suppentonia, si costeggerà il ruscello in un paesaggio che splende dei colori della fioritura primaverile, ricca di anemoni, ranuncoli, polmonarie, le prime orchidee e tanti altri fiori che sbocciano dentro la forra. Si arriverà alla fine del percorso su di in uno spettacolare ponte a schiena d’asino che da il nome al fosso (Fosso del Ponte) e ci consentirà di attraversarlo. Costruito in epoca etrusca e rimaneggiato prima dai romani e poi nel medioevo, ha seguito poi ulteriori ritocchi anche in epoca moderna. Inizieremo a salire un sentiero, dove incontreremo  un grosso masso scolpito da un noto artista di Civita Castellana per poi arrivare a riempirci gli occhi di bellezza  in un grande piazzale con la Basilica di S.Elia incorniciato da alte pareti di tufo, dominate dall’eremo e monastero di Santa Maria ad Rupes. 

La basilica di Sant’Elia a Castel Sant’Elia sorge al centro della valle Suppentonia che sin dai primi secoli dell’era cristiana si distinse come centro anacoreta e quindi benedettino. È parte di un complesso noto con il nome di Santuario pontificio di Santa Maria “ad rupes”. Intorno al 520 il franco sant’Anastasio di Suppentonia, notaio della curia romana, vi fondò un monastero. All’inizio dell’XI secolo l’abate Elia costruì la basilica. Nel 1607 la caduta di un masso dalla rupe danneggiò la parete laterale sinistra: la riparazione fu curata dai Farnese che possedettero la basilica. 

Presenta aspetti mistici e cristologici che meritano molta attenzione. Basta soffermarsi sul portale all’ingresso, dove, ai lati si notano molti di questi messaggi lasciati nei secoli alla visione dei pellegrini.

La posizione nel cuore della forra, regala una pace e una contemplazione che ne formano un unicum assoluto. Recentemente restaurata, è un vero gioiello che racchiude al suo interno tanti tesori. Sant’Elia è una basilica in stile romanico con le colonne che delimitano la navata centrale che provengono dallo spoglio di ville e monumenti romani e conserva parti di un bellissimo pavimento cosmatesco. Ma il suo tesoro è nell’abside totalmente affrescato! I dipinti, eseguiti intorno all’anno mille, sono fra i più interessanti e meglio conservati fra tutte le chiese romaniche laziali. L’interno della basilica si fatica a raccontarlo, è ardua da descrivere l’emozione che si prova di fronte all’immenso mosaico, agli affreschi e alla cripta contenente le tombe di Sant’Anastasio e San Nonnoso.

 Itinerario a cura di Antico Presente – http://www.anticopresente.it

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