| #BORGHIDELLATUSCIA | Gradoli

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Gradoli è un comune  della provincia di Viterbo, posto sulle colline nord-occidentali del lago di Bolsena. Dista dal capoluogo circa 35 km. È terra di produzione del vino DOC Aleatico di Gradoli, dell’Aleatico di Gradoli Liquoroso e dell’Aleatico di Gradoli liquoroso riserva. Vi si trova un celebre Palazzo Farnese, realizzato dall’architetto Antonio da Sangallo il Giovane. È il più piccolo dei Comuni che si affacciano sul lago.

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Gradoli, sorge su una collina tufacea nel cuore della catena dei Monti Volsini, circondata per due terzi dal torrente del Fosso Rigo. Il paese si trova a pochi chilometri dal lago di Bolsena, e al suo territorio appartengono 11 km di spiaggia sulle sue rive. Il territorio comunale consiste in ripide colline e in profonde vallate, coltivate a viti e ulivi, in prossimità del lago.

STORIA

Notizie certe su Gradoli, si hanno intorno al 1113 d.C., quando Matilde di Canossa, donò alla Chiesa una serie di possedimenti, tra cui il Castrum Gradolarum, che costituivano quella che viene indicata come Val di Lago. Il Castello di Gradoli era imponente e fortificato, possedeva una rocca e probabilmente un fossato, ora trasformato in strade e piazze, ma di cui ancora è visibile la forma.

Nel XIII secolo la Chiesa si trovò in contrasto con Orvieto, che da tempo anelava il possesso di queste ed altre terre circostanti. Durante questo secolo si alternò il dominio della zona da parte della Chiesa e da parte di Orvieto. Le controversie continuarono fino a che le due parti non trovarono un accordo per reggere insieme il dominio sulla Val di Lago.

Stufi di avere due padroni, gli abitanti di Gradoli e degli altri paesi, provarono, con scarsi risultati a ribellarsi. Nell prima metà del XIV secolo, Gradoli subì un grave saccheggio, ad opera di Ludovico il Bavaro. In questo periodo un manipolo di 300 concittadini validi alle armi, provarono a resistere all’assedio e alla distruzione, ma dovettero arrendersi per la fame.

Nel XV secolo, il paese venne poi diviso tra Papa Eugenio e la famiglia Farnese a cui nel 1505, passò in vicariato perpetuo. In questo periodo Gradoli rifiorì e divenne uno dei principali centri del Ducato di Castro. Nello stesso periodo Papa Paolo III prese Gradoli come sua residenza e fece abbattere le rovine del vecchio castello, costruendo la sua nuova residenza, il Palazzo Farnese di Gradoli. Dopo il declino della famiglia Farnese e la distruzione del Ducato di Castro, Gradoli tornò alla Chiesa e nel 1871 entrò definitivamente a far parte del Regno d’Italia.

IL PRANZO DEL PURGATORIO

Gradoli è conosciuta per le caratteristiche manifestazioni folcloristiche che accompagnano la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima. Il Martedì grasso, accanto ai costumi colorati e ai festeggiamenti del Carnevale, per le vie del paese, passa un gruppo di persone, vestite di marrone con un lungo cappuccio viola e per questo note come Incappucciati.

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Sono membri della “Fratellanza del Purgatorio” e il loro passaggio nelle strade di Gradoli, vuole ricordare a tutti che il Carnevale sta finendo e sta per iniziare il periodo di digiuno e penitenza della Quaresima. Gli Incappucciati, bussano alle porte delle case e raccolgono libere offerte, soprattutto prodotti agricoli-salsicce, prosciutti, olive, vino, salami, formaggi-che vengono poi messi all’asta nella piazza del paese.

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Il ricavato, viene usato, per finanziare l’indomani-Mercoledì delle Ceneri-il Pranzo del Purgatorio, un pranzo di cibi rigorosamente magri, per pregare la misericordia divina per le anime del Purgatorio. Il Pranzo del Purgatorio, viene cucinato dai membri della Fratellenza, tutti uomini, (le donne possono partecipare alla mensa solo dagli anni cinquanta) e prevede un menù che risale al XVI secolo: pesce di lago, olio delle colline di Gradoli e i tipici fagiolilocali detti appunto “del Purgatorio”. Il Pranzo del Purgatorio, fu allestito nel Trecento, per ricordare i caduti di una rivolta contro le pesanti vessazioni, imposte dal Papato

LE TENTAVECCHIE

Un’altra tradizione è quella delle “Tentavecchie”. La notte del 3, 4 e del 5 gennaio, gruppi di bambini, ragazzi e anche grandi, sfilano per le vie del paese, facendo un fracasso assordante con l’uso di strumenti bizzarri e popolari, come coperchi, pentole, mestoli, padelle, trombette, campanacci, corni. L’origine di questa tradizione è sconosciuta: seconda una diffusa leggenda popolare, le “Tentavecchie” con il loro fracasso, intendono svegliare la vecchia Befana e ricordarle di portare i doni ai bambini.

Altri inseriscono le Tentavecchie nei riti pagani della terra e che precedono il solstizio d’inverno. Un’altra voce, risale alle radici cristiane del popolo e vuole che le Tentavecchie con il loro rumore, vogliono coprire il pianto di Gesù Bambino ed evitare che Erode riesca a trovarlo. Un’ultima ipotesi, infine, vuole che le “Tentavecchie” servino a scacciare gli spiriti maligni tra cui le streghe.

PRODOTTI TIPICI

  • Vino Aleatico: vino rosso, con tonalità violacee, finemente aromatico, con un aroma fruttato e un gusto morbido.
  • Vino Aleatico Liquoroso: colore rosso granato, molto aromatico e caratteristico, ha un sapore pieno e dolce, molto gradevole.
  • Vino Grechetto: vino bianco e rosso. Il bianco ha un odore delicato e vinoso, mentre il sapore è secco e fruttato, con un leggero retrogusto amarognolo. Il Rosso ha un odore molto caratteristico e fragrante, sapore secco, sapido e molto armonico.
  • Fagiolo del purgatorio: fagiolo bianco, di piccole dimensioni e dal sapore delicato. E’ ottimo come contorno per le ricette tradizionali del luogo o da solo cucinato con aglio, salvia, alloro e sale.
  • Patata dell’alto viterbese IGP: ricca di principi nutritivi presenti nel terreno di coltura, la patata dell’alto viterbese è un prodotto ottimo. A pasta gialla ha un alto contenuto di amido, potassio e vitamina C.
  • Olio extra vergine di oliva: olio a bassa acidità, dal sapore e dall’aroma deciso. Ottimo come condimento per le pietanze locali.

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