| #BORGHIDELLATUSCIA | Farnese

0

Farnese è un borgo tipicamente medievale, che nasce su di uno sperone tufaceo, ad ovest del Lago di Bolsena.  Tutto intorno, il paese è circondato da una lussureggiante vegetazione, tra cui il Lamone, un fittissimo bosco ricco di specie vegetali ed animali.

| #BORGHIDELLATUSCIA | FarneseLa selva del Lamone

Nel territorio sono presenti tracce di insediamenti etruschi, romani e longobardi. I primi documenti scritti che lo riguardano risalgono al XII sec, sono di quest’epoca le prime notizie della famiglia dei signori di Farneto come veniva chiamata allora la località.

Farnese deriva, infatti, il suo nome dalla farnia un tipo di quercia molto diffusa in questa zona in passato. Paese d’origine della famiglia Farnese, dal medioevo le vicende del paese sono legate a quelle dell’omonima famiglia. Questo territorio ebbe un periodo di grande splendore durante il XVI sec. quando, eletto papa Alessandro Farnese nel 1534 con il nome di Paolo III, la famiglia godette di grande prestigio e abbellì il borgo con palazzi, chiese, giardini e opere d’arte.

| #BORGHIDELLATUSCIA | Farnese

Nelle chiese del paese si possono ancora ammirare dipinti di Lanfranco, Orazio Gentileschi, Anton Maria Panico. Di particolare importanza la piccola chiesa di Sant’Anna realizzata nell’ultimo quarto del XVI sec. e decorata con ciclo di affreschi delle storie della Vergine che nascondono un significato alchemico, testimonianza dell’estrema cultura dei committenti. Tra il 1980 e 1990 una campagna di scavi ha riguardato i “butti” del centro storico. Originariamente pozzi per conservare acqua e grano, una volta che l’intonaco interno si rovinava venivano riempiti con scarti: grandi ossa, ceramiche. I materiali ritrovati costituiscono il nucleo principale nel museo civico R. Von Willer di Farnese.

IL BRIGANTAGGIO

La Maremma, e in particolare il territorio di Farnese con l’impenetrabile Selva del Lamone, fu nell’Ottocento teatro di un fenomeno diffuso in molte regioni del centro e del sud Italia, quello del brigantaggio. Ancora oggi molti degli abitanti della zona conservano viva memoria delle gesta di Ansuini, Menichetti, Biscarini, Pastorini, Biagini e soprattutto di Domenico Tiburzi, detto anche Domenichino o Re del Lamone, perché per decenni passò la sua vita nascosto nel bosco del Lamone.

| #BORGHIDELLATUSCIA | Farnese
Domenico Tiburzi

In una società dove dominava la miseria e gli abitanti dei paesi venivano vessati da tasse e balzelli che i signori locali esigevano da loro, questi personaggi erano visti non come criminali, ma come difensori dei poveri e degli oppressi. Soprattutto Tiburzi potè godere per tutti gli anni della sua latitanza dell’omertà della popolazione farnesiana, che vedeva in lui chi poteva far rivalere i suoi diritti nei confronti dei ricchi proprietari e latifondisti.

SITO ARCHEOLOGICO ROFALCO

Immersa nel rigoglioso ed intricato paesaggio della Selva del Lamone, sull’alto della sponda settentrionale della Valle dell’Olpeta, la fortezza etrusca di Rofalco costituisce una preziosa testimonianza del complesso periodo di scontri che portarono i romani, intorno al 280 a.C., a sottomettere il territorio dell’antica città di Vulci.

| #BORGHIDELLATUSCIA | Farnese

L’insediamento, che sorse dopo la metà del IV secolo a.C., sorvegliava un’importante via naturale che collegava il basso corso del Fiume Fiora e la metropoli etrusca di Vulci con la zona del Lago di Bolsena, all’interno di un grande itinerario che dalla costa tirrenica raggiungeva la Valle del Tevere e il centro di Orvieto.

LE SORGENTI DELLA NOVA

Proprio sul confine tra il Lazio e la Toscana, nel comune di Farnese, si trova un angolo di natura di grandissimo fascino e interesse: le sorgenti della Nova, che grazie alla loro ricchezza d’acqua (e all’inaccessibilità del sito) hanno portato alla nascita di un insediamento sul pianoro soprastante già dall’età del Bronzo, insediamento che è sopravvissuto sino all’età medievale, prima di essere definitivamente abbandonato.

| #BORGHIDELLATUSCIA | Farnese

Il sito si presenta come un tipico insediamento di altura, naturalmente difeso, posto tra due fossi confluenti (quello della Varlenza e quello della Porcareccia), nei pressi di una sorgente che ha una portata media di 120 litri al secondo. Su questo promontorio, lungo terrazzamenti artificiali, si sviluppò un centro proto-urbano ascrivibile all’Età del Bronzo Finale (XII-X sec. a.C.) ed un insediamento medioevale, corrispondente al Castello ed abitato di Castiglione, che appartenne agli Aldobrandeschi ed ai Farnese.

Share.

Comments are closed.