| #BORGHIDELLATUSCIA | Faleria

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Faleria dista dal Capoluogo Viterbo circa 40 Km, si trova sul versante sinistro della Via Flaminia, tra i comuni di Rignano, Calcata e Civita Castellana. E’ circondata da un lato dal massiccio del Monte Soratte e dal lato opposto si possono scorgere i Monti Cimini e Sabatini.

Questo rende il paesaggio di Faleria veramente molto suggestivo e pieno di natura da vedere e da vivere.Molte sono infatti le escursioni che si possono fare sul Monte Soratte, a cominciare dalla visita del Bunker risalente alla seconda guerra mondiale.

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Via arcata all’ingresso del borgo antico

L’abitato nasce su di uno sperone di tufo che precipita poi in una profonda gola. La parte medievale del paese, è stata quasi del tutto abbandonata e si trova sulla punta dello sperone tufaceo.

STORIA DI FALERIA

Denomina anticamente Stabla, Stabia, Stabbia ed infine Castrum Stabie, Faleria deve il suo antico nome allo “Stabulum” ossia un’antica stazione di cambio dei cavalli, sita proprio in loco. Altri invece pensano che il nome derivi da “stabilis”, con riferimento alle sue fondamenta tufacee. La denominazione attuale risale solo al 1873.

Il primo insediamento umano presente a Stabia, avvenne nel territorio circostante la rocca tufacea, denominata “Rocchetta”, situata sotto la Casaccia di Piè di Castello. All’interno di questa zona, sono infatti state ritrovate molte tracce di insediamenti umani, molti dei quali risalenti all’età arcaica.

Notizie del feudo di Stabla, si hanno invece in alcune bolle di Giovanni XIX e Benedetto IX. A quell’ epoca Stabla, era considerata un feudo ed era già di proprietà degli Anguillara, ai quali rimase fino al XVII sec. Una data rimase famosa: il 1 novembre del 1504, quando Girolama Farnese, moglie di Giugliano Anguillara, venne sospettata di aver tentato, con l’aiuto dei suoi amanti, di avvelenare il proprio figlio, Giuliano.

Quando la famiglia Anguillara costruì il proprio Castello, il borgo assunse l’aspetto di un nucleo fortificato fino a che nel XVI, l’abitato si ampliò ancora di più e fu necessario istituire una nuova cinta muraria. Nella seconda metà del XVII sec. tutti i beni degli Anguillara, compresa Stabia, furono venduti al Principe Borghese.

Nel XIX secolo il borgo ancora conservava la cinta muraria edificata qualche secolo prima, ma all’esterno della stessa, si cominciò a sviluppare il paese nuovo. Nel XX secolo, le mura rinascimentali furono demolite e venne edificato il palazzo comunale. Tra il 1971 e il 1973, l’antico borgo fu completamente evacuato per un elevato rischio crollo.

CASTEL PATERNO

Castel Paterno si trova a circa 5 chilometri dal centro del borgo medievale di Faleria. Si raggiunge percorrendo una strada bianca che confina con il bosco detto “Macchie di Faleria”. Una volta arrivati sul posto ci si rende conto del valore che doveva avere questo insediamento in epoca medievale.

Un sito monumentale perfetto per chi ama le escursioni misteriose, le visite all’aria aperta e l’esplorazione alla ricerca dei dettagli. Di questo castello medievale purtroppo rimangono solo alcuni ruderi, di grande rilevanza storica per l’Agro Falisco e la Tuscia. Sono visibili buona parte delle mura perimetrali e alcune porte di accesso, ambienti ipogei, cavità e resti di abitazioni.

L’insediamento difensivo venne costruito qui per sfruttare le difese naturali offerte dal territorio. Il castello sorge su un colle di tufo isolato, abitudine tipica dell’Agro Falisco, tra le forre scavate e i due corsi d’acqua del Fiume Treja e il Fosso di Stabia. Da qui potrai ammirare dei panorami sulle forre e sulla zona circostante.

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Una delle porte d’ingresso del castello

Riguardo la struttura del castello purtroppo non ci sono notizie certe. Tuttavia è possibile ammirare come fosse grazie al dipinto conservato nella Chiesa di San Giuliano, nel centro storico di Faleria.
Gli scavi eseguiti nel 1910 hanno riportato alla luce importanti camminamenti che confermano la funzione militare dell’avamposto. Gli ipogei artificiali invece appartengono a un precedente insediamento falisco. È un luogo in cui la natura ha ripreso il sopravvento e la vegetazione ricopre gran parte delle costruzioni.

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