| 21 OTTOBRE 2015 | VITERBO – Una città inedita riscoperta con lo spettacolo ‘La Fenice e la Tortora’

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“La fenice e la tortora”, nuovo appuntamento con QdA mercoledì 21 alle ore 16 in piazza del Plebiscito. Drammaturgia di Joele Anastasi, Alberto Bassetti, Gian Maria Cervo, Flaminia Gressi, Stefano Pastore e degli attori che compongono il cast; 

da vari autori elisabettiani; regia e musiche di Franco Eco. Con Valter Malosti e Luca Avallone, Eleonora Mancini, Alessandra Kre, Carlotta Piraino, Kassim Yassin Saleh e Massimiliano Vitullo. Con la amichevole partecipazione di Gian Maria Cervo e Antonio Rocca. Traduzioni da W. Shakespeare Valter Malosti. Traduzione da vari poemetti elisabettiani Maria Cristina Tamagnini e Carla Castrini.

Una Viterbo inedita sarà esplorata in uno spettacolo che si mette in relazione con Corpus. Uno spettacolo che rievoca l’evento di apertura di Quartieri dell’Arte e si interroga sul significato di narrazione. Scritto nel 1601 da William Shakespeare “La fenice e la tortora” è un poemetto allegorico sulla morte dell’ amore ideale, la descrizione della messa funebre di due amanti perfetti, “fuggiti lontano in una mutua fiamma”.

I due uccelli costituiscono un “uno” pur mantenendo le loro identità distinte: “cuori divisi ma non disgiunti”, capaci di ingannare la logica, arrivando a contare, come scrive Shakespeare stesso, “né per uno né per due: il numero era ucciso dall’amore”. Il Teatro di Dioniso e il Teatro Stabile delle Arti Medioevali (ente organizzatore del Festival Quartieri dell’arte) propongono un riadattamento autoriale – attoriale del poema di Shakespeare e dei suoi prequel e sequel a opera di altri autori elisabettiani, affidando la regia a Franco Eco, regista compositore emergente, in una messa in scena postmoderna, accompagnata dall’ alternarsi di vari registri teatrali e musicali.

Considerato da molti “il primo grande poema metafisico”, “La fenice e la tortora ” fu pubblicato come supplemento all’opera di Robert Chester “Love ‘ s Martyr”, che esplora la relazione tra i due uccelli e ne articola il simbolismo.  Il testo, come già accennato, è anticipato e seguito da una breve raccolta di “alcuni saggi poetici dei più preziosi nostri scrittori moderni” (come scrive lo stesso Chester riferendosi ai drammarturghi elisabettiani): Ben Jonson, George Chapman, John Marston e gli anonimi “Vatum Chorus” e “Ignoto”.

Proprio a partire da questi tratti misteriosi la rappresentazione in forma itinerante, da piazza del Plebiscito fino a Palazzo Mazzatosta, esplorerà una Viterbo completamente inedita. L’iniziativa, che è un ibrido tra uno spettacolo e un workshop, si inserisce anche nel progetto Eu Collective Plays!, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Creative Europe.
Da Annio da Viterbo a Latino Latini ce ne sarà per tutti i gusti. Per ragioni logistiche si consiglia la prenotazione all’indirizzo email ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com.

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